martedì 24 febbraio 2009

Guerra (e pace) fra Cgil e Cisl

Sul Messaggero.it è uscito un articolo sulla battaglia in corso negli uffici pubblici fra i due maggiori sindacati.

A quanto scritto vale forse la pena di aggiungere che, mentre nelle amministrazioni Cisl e Cgil si combattono a colpi di volantini e di videocomunicati, nelle segreterie generali si sta lavorando per tentare di ricomporre la frattura (o almeno per fare finta di). I più impegnati nello sforzo di ricucitura sarebbero, a quanto pare, quelli del Partito democratico, che per evidenti motivi sono stati messi in forte difficoltà dalla spaccatura sindacale. Il neosegretario Dario Franceschini si è mosso in prima persona, incontrando riservatamente Bonanni. Per la Cgil fa da mediatore Paolo Nerozzi, che al tempo di Cofferati era il numero uno del pubblico impiego e adesso è diventato parlamentare del Pd.

domenica 15 febbraio 2009

Primi tagli ai contratti integrativi: all'Ambiente tolti 60 euro netti

Il taglio dei fondi per i contratti integrativi previsti dal decreto finanziario di Tremonti ha cominciato a far sentire i suoi effetti. Le prime (e per ora uniche) vittime sono i dipendenti del ministero dell'Ambiente. Nel frattempo il governo discute su come, dove e quando recuperare le risorse tagliate, visto che così ci si è impegnati a fare nell'accordo firmato con Cisl e Uil.

Di tutto questo si parla in un articolo pubblicato oggi su Il Messaggero.

Per rinfrescarsi la memoria, questa è la tabella con i tagli che subiscono le buste paga in virtù del decreto Tremonti. Per quasi tutte le amministrazioni la decurtazione avverrebbe nel 2010 o nel 2011. Per l'Ambiente invece il danno si può avvertire sin d'ora.

venerdì 13 febbraio 2009

Chi sciopera contro il contratto vuole meno soldi?

Oggi i dipendenti pubblici e i metalmeccanici della Cgil scioperano insieme. L'alleanza fra impiegati e operai ha colpito l'immaginazione di alcuni commentatori, anche se in effetti non si tratta di un fatto così clamoroso: tutte le volte che si fa uno sciopero generale le categorie più lontane si uniscono in piazza. Inoltre si potrebbero citare precedenti come un episodio avvenuto nel 2004 in un'assemblea dei delegati della Funzione pubblica Cisl, quando l'allora capo dei metalmeccanici Fim Giorgio Caprioli venne a Roma per proporre ai lavoratori della Funzione pubblica lo sciopero generale.

Forse per aiutare la Cgil a portare più gente in piazza, ieri Renato Brunetta ha fatto una delle sue dichiarazioni a effetto. Il ministro ha detto che se uno sciopera contro il contratto dovrebbe per coerenza rifiutare i 70 euro di aumento che quel contratto prevede. Ora, a parte il fatto che un lavoratore in sciopero già rinuncia a una giornata di stipendio, e con i tempi che corrono non è una deterrente da poco, si dovrebbe far notare al ministro che in genere chi protesta contro un contratto protesta perché giudica l'aumento troppo basso, non perché ha schifo dei soldi.

Esternazioni come questa forse faranno presa su alcuni elettori che non appartengono al mondo del pubblico impiego, ma certamente non favoriscono coloro che nelle amministrazioni hanno scelto la strada dell'accordo con il governo. Insomma non aiutano la Cisl e la Uil, i sindacati su cui invece Brunetta dovrebbe fare maggiore affidamento. Anzi li mettono in grande difficoltà.

P. S. Senza contare che, se anche un dipendente pubblico volesse rifiutare i 70 euro di aumento, non potrebbe farlo. L'amministrazione li mette in busta paga e non è prevista una procedura per restituirli al mittente. Al massimo si possono dare in beneficenza.

giovedì 12 febbraio 2009

I risultati del referendum Cgil

Com'è andato il referendum della Cgil? Mai come questa volta è difficile dire chi ha vinto e chi ha perso alle urne. Si può dare solo un'interpretazione del tutto personale dei numeri, basata per altro su dati parziali come sono quelli forniti dagli stessi organizzatori, che ovviamente nella vicenda sono parte in causa.

Dunque, stando a quanto riferisce la Cgil, il 94,6% dei votanti si sarebbero espressi contro l'accordo firmato da Cisl e Uil. Ma questa percenutale ha un valore poco indicativo. La vittoria dei no non è mai stata in discussione. Sebbene il segretario della Cgil-Funzione pubblica Carlo Podda avesse cercato di dare un significato reale al voto dicendo "in caso di vittoria dei sì, noi andremo subito a firmare il contratto", era evidente che a votare sarebbero andati soltanto i dipendenti contrari all'intesa da 70 euro. Gli altri sindacati hanno invitato a disertare il referendum, sommando così il numero dei loro sostenitori a quello degli astenuti.

Il dato realmente importante è quello che misura il numero dei voti contrari in rapporto non ai votanti, bensì al totale dei dipendenti. Ebbene, sempre a prendere per buoni i risultati che ha annunciato la Cgil, i no totali sarebbero 87 mila, pari a circa il 47% degli aventi diritto. Se così stessero davvero le cose, si potrebbe dire che il referendum è stato un discreto successo. I voti contro il contratto sarebbero il 68% in più di quelli che normalmente la Cgil raccoglie alle elezioni delle Rsu, e addirittura il triplo degli iscritti al sindacato di Podda ed Epifani. Inoltre il comunicato ufficiale degli organizzatori fa presente che 87 mila dipendenti contrari sono più di tutti gli iscritti che possono sommare la Cisl, la Uil, la Confsal e le altre sigle sindacali firmatarie dell'accordo.

Naturalmente su tutte queste valutazioni pesa l'incertezza di non potersi affidare alla verifica di un osservatore neutrale. In assenza di rilevazioni alternative, dobbiamo prendere per buone le cifre della Cgil.

Nel frattempo la Cisl sta andando avanti con la sua raccolta di firme. Nei prossimi giorni si avranno notizie e numeri da commentare, ma sin d'ora si può essere certi che gli uomini di Faverin e Bonanni annunceranno un'adesione ancora maggiore di quella comunicata dalla Cgil. Il che vorrebbe dire che qualcuno nelle amministrazioni ha contemporaneamente firmato in favore del contratto e votato contro il contratto. Oppure che i sindacati hanno truccato le loro cifre.

lunedì 9 febbraio 2009

Due giorni per dire sì o no al contratto

Oggi e domani sono aperti i seggi allestiti dalla Cgil per votare il referendum sul contratto 2008-2009. Per saperne di più, ecco un articolo sul Messaggero.it.

mercoledì 4 febbraio 2009

Agli statali 70 euro subito. Agli enti locali per ora niente, ma poi qualcosa in più

Il ministro Brunetta ha convocato una conferenza stampa per "importanti comunicazioni sul rinnovo del contratto statali". Quali erano queste importanti comunicazioni? Essenzialmente due:
1. L'aumento di 70 euro lordi entrerà nelle buste paga dal mese di febbraio. Veramente si sapeva già, ma quando si tratta di dare questo tipo di notizie i ministri non hanno mai paura di essere ripetitivi.
2. Per gli enti locali e la sanità l'aumento invece ancora non arriva, ma la colpa - ci tiene a sottolineare Brunetta - non è del ministro. La colpa è di regioni, province e comuni, che hanno scelto di aspettare la firma del contratto prima di erogare gli aumenti, sebbene una norma di legge consentirebbe alle amministrazioni di farlo sin d'ora.

Sul primo punto si sofferma un articolo pubblicato oggi dal Messaggero. Quanto al secondo punto, quello che riguarda i lavoratori degli enti locali, vale la pena di aggiungere qualche osservazione in più.

Mentre nei comparti dello Stato centrale (ministeri, scuola, agenzie fiscali, enti parastatali) il contratto è stato firmato ed è ormai in vigore o sta per esserlo, nelle amministrazioni locali i tempi sono ancora lunghi. Questo dipende dal fatto che la Ragioneria generale ha finora fornito un parere negativo sulla bozza di accordo che dovrebbe essere siglata. In queste condizioni - dicono comuni, province e regioni - noi non possiamo pagare gli aumenti, non possiamo erogare soldi finché non otteniamo una copertura dalla Ragioneria. Brunetta ribatte che invece possono farlo, anzi lo ha scritto in una lettera indirizzata ai rappresentanti dei sindaci (il fiorentino Domenici), dei presidenti di regione (l'emiliano-romagnolo Errani), dei presidenti di provincia (il reatino Melilli). Lettera che si può leggere in fondo a questo post.

Ma perché la Ragioneria si oppone ai contratti di enti locali e sanità? Il fatto è che gli enti locali indentono concedere ai loro dipendenti qualcosa in più di quanto il governo ha previsto per gli statali. Qualche euro di aumento in più, e qualche garanzia normativa in più (per esempio si dovrebbero limitare le trattenute sui giorni di malattia). La Ragioneria considera però illegittime questo tipo di migliorie: una norma di legge del 2002 vieterebbe le disparità di trattamento fra i vari comparti della pubblica amministrazione.

E' chiaro che prima o poi la situazione si dovrà in qualche modo sbloccare. Sembra difficile che gli enti locali rinuncino alla loro intenzione di venire incontro alle richieste sindacali. L'aggiunta di qualche concessione è oltretutto indispensabile per ottenere la firma anche della Cgil, che finora non ha firmato i contratti nazionali dello Stato. Per gli amministratori locali (che sono in buona parte di centrosinistra) l'unità sindacale è fondamentale: come potrebbe un sindaco del Pd fare uno sgarbo del genere alla Cgil?

Se così stanno le cose, sembra inevitabile che alla fine i dipendenti di comuni, province, regioni e asl otterranno un contratto leggermente migliore rispetto ai loro colleghi statali. Per il momento non stanno vedendo neanche un euro di aumento, ma fra qualche mese forse potranno dire che a loro è andata meglio. Peraltro non si può escludere che in questa o quella amministrazione si decida di erogare almeno un anticipo: la legge di Brunetta consente a sindaci e presidenti di scegliere autonomamente se pagare o no.

Ecco dunque la lettera di Brunetta indirizzata al presidente dell'Anci (comuni), a quello dell'Upi (province) e a quello della Conferenza dei presidenti di regione.

"Ti scrivo in merito ai rinnovi contrattuali per il personale dipendente delle amministrazioni pubbliche, relativi al biennio in corso 2008 - 2009.
Come sai, negli ultimi mesi sono stati sottoscritti dall'ARAN e dalle organizzazioni sindacali rappresentative quasi tutti i contratti collettivi per il personale del settore Stato, riguardanti il predetto biennio economico; ciò consentirà di attribuire sollecitamente, non appena ultimate le procedure previste, i benefici economici spettanti.
Per i rinnovi contrattuali della Sanità, le relative procedure di contrattazione collettiva, invece, sono in una fase del tutto iniziale, considerato che sono stati da poco inviati all'ARAN i relativi atti di indirizzo; inoltre, per i rinnovi contrattuali del personale delle Regioni e delle Autonomie locali, a tutt'oggi non risultano ancora varati i necessari atti di indirizzo.
Rilevato quanto sopra, mi sembra utile, da parte mia, evidenziarti che la legge finanziaria per il 2009 (l. 22 dicembre 2008, n. 203), all'articolo 2, comma 35, con disposizioni applicabili a tutto il personale pubblico, ivi compreso anche il personale dipendente delle amministrazioni regionali e locali nonché del Servizio sanitario nazionale, prevede la possibilità di erogare direttamente le somme spettanti, sentite le organizzazioni sindacali e salvo conguaglio all'atto della stipulazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro.
Pertanto, al fine di evitare prevedibili disallineamenti conseguenti ai tempi necessari per i rinnovi contrattuali e nell'ottica di assicurare quanto prima a tutti i dipendenti pubblici i benefici economici del biennio, Ti segnalo l'opportunità, ferme restando le valutazioni e le determinazioni nell'ambito delle proprie autonome competenze, di utilizzare le citate disposizioni della legge finanziaria per il 2009".
Renato Brunetta

martedì 3 febbraio 2009

Stiamo per tornare

Chiedo scusa ai lettori di PUBBLICO DOMINIO per il lungo silenzio. Ancora qualche ora di pazienza e torneremo ad aggiornare il blog con nuovi post.