lunedì 29 giugno 2009

Pensione obbligata con 40 anni di contributi (anche figurativi). E per le liquidazioni...

Ci risiamo. Per la terza volta rispunta fuori la norma che rende più ampio il piano dei prepensionamenti nel pubblico impiego. Nel decreto per il rilancio dell'economia, presentato venerdì scorso dal governo, è stato inserito un comma specifico: non solo le amministrazioni possono mandare in pensione obbligata i dipendenti che hanno 40 anni di anzianità contributiva (come ha previsto la legge dello scorso anno); ma nel calcolare i 40 anni di contributi si devono includere anche gli anni riscattati del servizio militare e della laurea.

L'esodo. In questo modo la platea dei potenziali prepensionandi diventa molto più numerosa. Soprattutto per categorie come i medici, che hanno tutti alle spalle molti anni di università e di specializzazione. Le conseguenze di questa operazione sono immaginabili: secondo le stime fatte dall'Inpdap tre mesi fa, nel 2009 le uscite dal lavoro dei dipendenti pubblici batteranno tutti i record. A fine anno si dovrebbe arrivare a 134 mila pensionamenti, contro i 70 mila dell'anno prima. E al Tesoro qualcuno se ne preoccupa.

Liquidazioni a rischio. In uno dei precedenti tentativi compiuti dal governo, la norma sui 40 anni di contributi veniva accompagnata da un'altra misura: il congelamento delle liquidazioni per tre anni. In questo modo il Tesoro eviterebbe di dover sborsare tutte insieme le pesanti somme dovute ai pensionandi per le loro buonuscite. Nel decreto presentato venerdì dal governo comunque non si parla di liquidazioni. Vedremo che cosa succederà nelle prossime settimane.

Quando si applica la legge.
Qualche dettaglio in più sulla vicenda si può leggere in questo articolo pubblicato sul Messaggero. Alcuni lettori mi hanno scritto per chiedermi di chiarire se la legge è già in vigore o se bisogna aspettare l'approvazione del Parlamento. La norma sul pensionamento forzato con 40 anni di contributi è già applicabile da un anno, e infatti alcune amministrazioni l'hanno già sfruttata per mandare a casa il personale più anziano. Quanto all'estensione del prepensionamento a chi raggiunge i 40 anni solo con i contributi figurativi (laurea e militare), non è ancora in vigore, ma lo sarà appena il decreto verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale. Ovviamente il Parlamento ha ora il potere di cancellare o correggere quanto scritto dal governo, ma per farlo deve prima approvare la legge di conversione, il che richiede un paio di mesi di tempo. Nel frattempo la norma resta valida, ma ciò non significa che gli interessati saranno sicuramente obbligati a lasciare il lavoro. Dipende da cosa sceglie di fare la loro amministrazione: la legge offre uno strumento per sfoltire gli organici, sta poi ai singoli amministratori decidere se utilizzarlo o no.

In un prossimo post cercheremo di rispondere a un'altra domanda: che convenienza ha il governo a mandare in pensione tutta questa gente?

mercoledì 10 giugno 2009

Stressava la sua dipendente: condannato un dirigente statale

Riprendo la notizia dall'agenzia Ansa. La Cassazione ha confermato la condanna di un dirigente di un ufficio giudiziario ligure colpevole di avere - come si dice oggi - stressato la sua dipendente, una cancelliera. Il condannato dovrà pagare alla funzionaria un risarcimento economico, la cui entità non viene specificata nella sentenza della Corte (la numero 23923). In compenso i giudici della Cassazione hanno sollevato il dirigente dalla condanna a 20 giorni di reclusione per il reato di lesioni colpose: la pena carceraria era prevista dalla sentenza d'appello, ma nel frattempo è intervenuta la prescrizione.

La vittima delle lesioni si chiama Rita, e lavora nell'ufficio del Gip di quella che allora si chiamava pretura di Imperia (ora la pretura è stata accorpata al tribunale). A provocare il suo turbamento sono state espressioni come "lei è una falsa, non finisce qui, gliela farò pagare, è una irresponsabile". Pare che nel processo siano state decisive le testimonianze dei colleghi di lavoro: avrebbero confermato che il dirigente aveva un "atteggiamento quotidiano violento, aggressivo, alimentato da intemperanze, gesti di violenza e prevaricazione". Questa condotta avrebbe comportato nella cancelliera "uno stato ansioso depressivo, con tachicardia in stress emotivo, malattia che imponeva ai medici di prescriverle prima, nel marzo '99, sette giorni di cura e riposo e poi nell'aprile del '99, altri 15 giorni di riposo e cura".

I giudici hanno ravvisato in tutta la vicenda un sicuro caso di mobbing. Nella sentenza definitiva si rimprovera al dirigente di non avere azionati i necessari "poteri inibitori" per frenare le sue intemperanze, come dovrebbe fare ogni "uomo medio, dotato di comuni poteri percettivi e valutativi".

sabato 6 giugno 2009

Gli aumenti e gli arretrati del contratto Enti locali

Questa è la tabella con tutti gli aumenti e gli arretrati previsti dal nuovo contratto di regioni, province e regioni. Tutte le cifre sono al lordo di tasse e contributi.
(Cliccare per ingrandire).

venerdì 5 giugno 2009

Brunetta manda la Cisl in quel posto

Continuiamo a occuparci della sofferta storia d'amore fra Brunetta e la Cisl. Ho scritto che, dopo un momento di incomprensione, i due fidanzati hanno fatto pace. In realtà il rapporto continua ad essere tormentato. Non tanto con i rappresentanti di categoria, con i quali tutto sommato regna ancora una discreta armonia; quanto con il segretario generale Raffaele Bonanni, che all'ultimo congresso ha trattato il ministro abbastanza male.

L'ultima scaramuccia si è registrata una settimana fa a Brescia. Il ministro ha partecipato a un'iniziativa pubblica organizzata dall'associazione degli industriali. A margine del convegno, Brunetta è stato avvicinato da Renato Zaltieri, il segretario della Cisl bresciana. Del breve colloquio sono stati testimoni alcuni giornalisti locali, che hanno poi riferito l'accaduto sui loro giornali. Riassumo qui i fatti così come mi sono stati raccontati dallo stesso Zaltieri, e come del resto erano stati descritti dalla stampa bresciana.

Il racconto di Zaltieri.
"Brunetta mi è passato vicino. Gli sono andato incontro e mi sono presentato: buongiorno, sono Zaltieri, segretario della Cisl di Brescia. Lui mi ha apostrofato così: 'Il tuo segretario mi ha offeso, mi ha detto che sono democraticamente maleducato'. Gli ho replicato, dandogli anche io del tu: sì, c'ero anche io al congresso, e ho votato per Bonanni, ma non rispondo personalmente di tutto quello che dice il mio segretario. Lui mi ha fatto presente che, quando ha parlato al congresso del pubblico impiego, ha ricevuto 47 applausi. 'Lo vedi - gli ho fatto notare - questo dimostra che non c'è alcun pregiudizio da parte della Cisl. Basta rapportarsi di più con il sindacato, e magari certe cose si possono evitare'. A questo punto Brunetta ha concluso la conversazione dicendomi: 'Vaffanculo tu e il sindacato'. Erano presenti due giornalisti di Brescia. Io li ho pregati di non scrivere sul giornale quello che avevano sentito, ma loro l'hanno scritto lo stesso. Perciò il giorno dopo ho diffuso una lettera aperta in cui esprimevo la mia opinione sul ministro e i suoi comportamenti".
Questa è la lettera di Renato Zaltieri.