mercoledì 10 giugno 2009

Stressava la sua dipendente: condannato un dirigente statale

Riprendo la notizia dall'agenzia Ansa. La Cassazione ha confermato la condanna di un dirigente di un ufficio giudiziario ligure colpevole di avere - come si dice oggi - stressato la sua dipendente, una cancelliera. Il condannato dovrà pagare alla funzionaria un risarcimento economico, la cui entità non viene specificata nella sentenza della Corte (la numero 23923). In compenso i giudici della Cassazione hanno sollevato il dirigente dalla condanna a 20 giorni di reclusione per il reato di lesioni colpose: la pena carceraria era prevista dalla sentenza d'appello, ma nel frattempo è intervenuta la prescrizione.

La vittima delle lesioni si chiama Rita, e lavora nell'ufficio del Gip di quella che allora si chiamava pretura di Imperia (ora la pretura è stata accorpata al tribunale). A provocare il suo turbamento sono state espressioni come "lei è una falsa, non finisce qui, gliela farò pagare, è una irresponsabile". Pare che nel processo siano state decisive le testimonianze dei colleghi di lavoro: avrebbero confermato che il dirigente aveva un "atteggiamento quotidiano violento, aggressivo, alimentato da intemperanze, gesti di violenza e prevaricazione". Questa condotta avrebbe comportato nella cancelliera "uno stato ansioso depressivo, con tachicardia in stress emotivo, malattia che imponeva ai medici di prescriverle prima, nel marzo '99, sette giorni di cura e riposo e poi nell'aprile del '99, altri 15 giorni di riposo e cura".

I giudici hanno ravvisato in tutta la vicenda un sicuro caso di mobbing. Nella sentenza definitiva si rimprovera al dirigente di non avere azionati i necessari "poteri inibitori" per frenare le sue intemperanze, come dovrebbe fare ogni "uomo medio, dotato di comuni poteri percettivi e valutativi".

Nessun commento: