A quanto pare l'assenteismo dei dipendenti pubblici è diventato la grande emergenza nazionale. Riportiamo gli statali alle loro scrivanie e di colpo risolveremo tutti i problemi del paese, dal debito pubblico ai ritardi di istruzione e ricerca, forse ne risentiranno un po' i consumi visto che la mattina non ci sarà più nessuno a fare la spesa nei negozi in orario d'ufficio, ma pazienza, mica si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Prima ne aveva parlato Romano Prodi («l'assenteismo tocca punte del 30%».). Adesso torna sull'argomento Luca Cordero di Montezemolo: «Azzerare le assenze diverse dalle ferie porterebbe ad un risparmio di quasi un punto di pil, 14,1 miliardi: 8,3 negli enti centrali e 5,9 in quelli locali. Tra i ministeri il top si raggiunge al ministero della Difesa, con 65 giornate di assenza in un anno, seguiti da ministero dell'Economia e da quello dell'Ambiente, entrambi con oltre 60 giorni. Altrettanto elevato è l'assenteismo nell'Agenzia delle Entrate. All'Inpdap si sfondano i 67 giorni».
Come quasi sempre accade, il dibattito si fonda su una premessa sbagliata: tutte le cifre utilizzate sono inattendibili.
A parte la difficoltà di interpretare indicazioni numeriche del tipo «punte del 30%» (30% di che?), la fonte di qualsiasi dato in materia è il Conto annuale redatto dalla Ragioneria generale dello Stato. Sorvoliamo pure sul fatto che le rilevazioni del Conto sono aggiornate al 2005, il punto è un altro. Il punto è che quei dati non registrano il vero tasso di assenteismo nel pubblico impiego, se per assenteismo intendiamo - come fa Montezemolo - le assenze diverse dalle ferie.
In quei dati viene compreso di tutto: le malattie, i permessi sindacali, i congedi per maternità, i congedi matrimoniali; ma anche i riposi compensativi di chi fa i turni di notte, e altri tipi permesso retribuito che sinceramente si fatica a includere nella categoria dell'assenteismo.
Qualche tempo fa è stato lo stesso Ragioniere generale Mario Canzio a riconoscere implicitamente la scarsa affidabilità di quelle cifre. Tanto che con il prossimo Conto annuale la Ragioneria - ha annunciato Canzio - modificherà il suo metodo di raccolta dati: «Per rispondere a specifiche esigenze conoscitive è stato previsto un maggior dettaglio nella rilevazione delle assenze del personale» ha scritto il Ragioniere in una circolare.
Detto questo, non si può negare che il problema esista. In tutti i luoghi di lavoro, anche in quelli privati, c'è sempre qualcuno che fa il furbo, e se in un'amministrazione pubblica c'è un dirigente poco attento e poco coscienzioso anche i suoi dipendenti si regolano di conseguenza. Ma per risolvere un problema la prima cosa da fare è definirne le dimensioni in modo corretto. Solo così si capirà dove e come intervenire. Il resto sono chiacchiere.
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