venerdì 13 febbraio 2009

Chi sciopera contro il contratto vuole meno soldi?

Oggi i dipendenti pubblici e i metalmeccanici della Cgil scioperano insieme. L'alleanza fra impiegati e operai ha colpito l'immaginazione di alcuni commentatori, anche se in effetti non si tratta di un fatto così clamoroso: tutte le volte che si fa uno sciopero generale le categorie più lontane si uniscono in piazza. Inoltre si potrebbero citare precedenti come un episodio avvenuto nel 2004 in un'assemblea dei delegati della Funzione pubblica Cisl, quando l'allora capo dei metalmeccanici Fim Giorgio Caprioli venne a Roma per proporre ai lavoratori della Funzione pubblica lo sciopero generale.

Forse per aiutare la Cgil a portare più gente in piazza, ieri Renato Brunetta ha fatto una delle sue dichiarazioni a effetto. Il ministro ha detto che se uno sciopera contro il contratto dovrebbe per coerenza rifiutare i 70 euro di aumento che quel contratto prevede. Ora, a parte il fatto che un lavoratore in sciopero già rinuncia a una giornata di stipendio, e con i tempi che corrono non è una deterrente da poco, si dovrebbe far notare al ministro che in genere chi protesta contro un contratto protesta perché giudica l'aumento troppo basso, non perché ha schifo dei soldi.

Esternazioni come questa forse faranno presa su alcuni elettori che non appartengono al mondo del pubblico impiego, ma certamente non favoriscono coloro che nelle amministrazioni hanno scelto la strada dell'accordo con il governo. Insomma non aiutano la Cisl e la Uil, i sindacati su cui invece Brunetta dovrebbe fare maggiore affidamento. Anzi li mettono in grande difficoltà.

P. S. Senza contare che, se anche un dipendente pubblico volesse rifiutare i 70 euro di aumento, non potrebbe farlo. L'amministrazione li mette in busta paga e non è prevista una procedura per restituirli al mittente. Al massimo si possono dare in beneficenza.

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