lunedì 15 settembre 2008

Quanto ci costano i professori

“Il 97 per cento del bilancio del ministero serve a pagare gli stipendi. A chi giova continuare su questa strada? L'opera irresponsabile di alcuni sindacati e di molti governi compiacenti ha ribaltato la missione della scuola, che è fatta per gli studenti, e non per pagare una cifra spropositata di stipendi”. Così ha dichiarato Mariastella Gelmini, ministra dell'Istruzione, e tanti sono rimasti impressionati: accidenti, il 97 per cento! Che spesa!! Che spreco!!! L'affermazione della Gelmini però si può contestare per almeno due motivi.

Innanzitutto, la cifra indicata dalla ministra non è corretta: la vera percentuale è più bassa. Secondo, perché in realtà negli altri paesi sviluppati si ritrova più o meno lo stesso rapporto fra costo del personale e costo complessivo della scuola.
Per chi volesse entrare nei dettagli, consiglio la lettura del blog Messaggi cifrati, curato dal giornalista-matematico-filosofo Luca Cifoni.

Aggiungo solo una considerazione. A chi si stupisce che oltre il 90% delle spese per la scuola finisca in stipendi per i docenti, mi piacerebbe chiedere: quali altri dovrebbero essere i costi della scuola? Quali materie prime, quali prodotti si dovrebbero acquistare? Guardiamo l'istruzione come se fosse un'attività imprenditoriale: non credo che esistano imprese altrettanto immateriali, altrettanto legate al lavoro delle persone. Il prodotto finale dell'azienda scuola è la conoscenza, e per produrre conoscenza non vedo che cosa altro serva se non le persone.
In effetti, ci sarebbe un'altra spesa da calcolare: quella per i libri. Ma è a carico dei genitori, quindi resta fuori dalle percentuali della Gelmini.

Una volta al Forum PA ho sentito un manager che aveva lavorato in Inghilterra con Richard Branson (uno degli imprenditori di maggior successo del nostro tempo) raccontare: "Branson mi ha insegnato che, quando un'azienda funziona bene, il costo del lavoro aumenta, non diminuisce".

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