giovedì 4 settembre 2008

Sono finite le vacanze: Brunetta è tornato in televisione

Come inizio non c'è male. Le vacanze sono finite, e sugli schermi televisivi è tornato il ministro Renato Brunetta. Ha cominciato la mattina alle sette, con "Omnibus", e ha finito all'una di notte con "Matrix". Ha parlato di assenteismo, di contratti nazionali, di premi, dell'Aran, dell'Alitalia, del voto agli immigrati, della Cuccarini, del prezzo del petrolio...
Lo schema delle trasmissioni è sempre lo stesso: si invita il ministro a parlare di quello che sta facendo; gli si mette di fronte un plotone di giornalisti bravi e indipendenti, ma che della materia non sanno assolutamente niente. Questi giornalisti non hanno alcuna intenzione di fare la figura degli zerbini, e all'inizio del programma fanno capire chiaramente che cercheranno di mettere il ministro in difficoltà. Poi però, mano a mano che il dibattito va avanti, i loro argomenti si esauriscono, non hanno gli strumenti per ribattere, Brunetta li mette alle corde e alla fine fanno una faccia che tradisce il pensiero: "Non lo posso dire, ma mi sa che ha ragione lui".
Ripeto, loro non hanno colpa, sono giornalisti bravissimi e preparati, solo che di solito si occupano di altro, mentre la pubblica amministrazione è una materia abbastanza specialistica. Se il ministro gli dice: "Ho fatto una cosa che non aveva fatto mai nessuno: d'ora in poi i risparmi delle amministrazioni verranno redistribuiti fra i dipendenti", non possono sapere che questa grande novità in realtà esiste da dieci anni, dal tempo di Bassanini, e che si applica in tutte le amministrazioni con poche eccezioni.
Oltretutto come interlocutore Brunetta è un osso duro: è un ottimo oratore, ed è uno che conosce davvero la materia di cui si occupa, al contrario di tanti altri ministri di formazione politica o giuridica (infatti ce lo ricorda ogni cinque minuti: "io sono un economista").

Da questi programmi il telespettatore ricava l'impressione che nella pubblica amministrazione stia avvenendo un grande sconvolgimento. E' un'impressione sicuramente esagerata, ma che contiene anche una parte di verità. Ecco, la prossima volta vorrei parlare di quello che sta veramente cambiando.

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