giovedì 13 novembre 2008

Firmato il contratto dei ministeri: i soldi vanno tutti sul salario fisso

Ieri sera è stato firmato il contratto nazionale dei ministeri. Rispetto al pre-accordo di Palazzo Chigi c'è una novità: l'aumento di 70 euro andrà tutto sul salario tabellare. In altre parole i soldi vengono distribuiti, come si suol dire, "a pioggia". Per i premi di produttività in questo contratto non ci saranno aumenti, le risorse dei fondi di amministrazione restano quelle di prima.

E' un risultato che Cisl e Uil possono vantarsi di aver ottenuto al tavolo delle trattative con l'Aran. Per quanto riguarda invece la controparte, cioè il governo, va sottolineato come in questo primo anno di legislatura si sia deciso di destinare tutte le risorse disponibili allo stipendio fisso. Al salario da distribuire con criteri meritocratici si è riservata qualche attenzione solo come possibile fonte di risparmio: i fondi di amministrazione per il governo andavano tagliati, e se alla fine si salveranno sarà solo per l'insistenza dei sindacati.

Il ministro Brunetta ha motivato queste scelte con la scarsa fiducia che il governo ripone negli attuali meccanismi di distribuzione del salario variabile. In altre parole, i soldi che ci sono vengono spesi male, non servono a premiare realmente il merito, quindi per adesso si possono ridurre. Se ne potrà riparlare in seguito, quando saranno riformati i criteri di misurazione della produttività.
Certo è che per adesso di riforme concrete non se ne vedono. E l'accordo sui ministeri firmato ieri non sembra proprio quel "contratto innovativo" che il ministro aveva promesso poco tempo fa (come documenta questo lancio dell'agenzia Adnkronos). E se proprio si tratta di innovare Brunetta ha scelto di seguire un'altra strada: il disegno di legge delega in discussione al Senato, e soprattutto i successivi decreti delegati. Le nuove regole per il personale pubblico verranno introdotte dal governo per via legislativa. Senza dover discutere con i sindacati.

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