venerdì 28 novembre 2008

Presidenza del Consiglio, 600 € di indennità (ma non di aumento)

Novità in arrivo per le buste paga della Presidenza del Consiglio. Nel nuovo contratto nazionale (che dovrebbe essere firmato entro il mese di dicembre) sarà prevista una "indennità di specificità organizzativa", che ammonterà mediamente a 600 euro lordi mensili. Per saperne di più si può leggere l'articolo pubblicato dal Messaggero.it (lo trovate in fondo a questo post).

La notizia è stata riportata anche da alcuni quotidiani. "Il manifesto" le ha dedicato addirittura la prima pagina, con il titolo "Brunetta card". Sotto al titolo si legge: "Dal ministro anti-fannulloni 600 € mensili d'aumento per la casta dei suoi dirigenti... A tutti gli altri dipendenti pubblici solo 70 euro".
Per amore della verità, bisogna precisare che:

- I 600 euro dell'indennità non possono essere in alcun modo accostati ai 70 euro di aumento previsti per i ministeriali. I dipendenti della Presidenza avranno un aumento analogo a quello di tutti gli altri dipendenti pubblici (cioè il 3,2% per un biennio). L'indennità invece è una nuova voce della busta paga che assorbirà altre voci già esistenti. In altre parole, non farà aumentare la retribuzione media del personale della Presidenza.

- Quello che cambierà con questo contratto nazionale è che sarà stabilizzata in busta paga una somma forfettaria uguale per tutti (fatte salve le differenze di area e fascia economica), usando soldi che in precedenza venivano distribuiti secondo criteri meritocratici (almeno in teoria). Insomma si distribuiscono "a pioggia" risorse che prima erano destinate alla produttività.

- E' sbagliato dire, come fa "Il manifesto", che Brunetta ha introdotto un'indennità "per la casta dei suoi dirigenti". Innanzitutto perché il contratto non riguarda i dirigenti, bensì impiegati e funzionari. Poi perché soltanto una piccola quota del personale di Presidenza lavora con Brunetta alla Funzione pubblica. In realtà, più che Brunetta sono interessati agli esiti di questo contratto Silvio Berlusconi e il segretario generale di Palazzo Chigi Mauro Masi.

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Questo è l'articolo pubblicato il 25 novembre sul Messaggero.it


Presidenza del Consiglio, per i dipendenti
orario di 38 ore e 600 euro di indennità


di Pietro Piovani
ROMA (26 novembre) – Un'indennità mensile che in media ammonterebbe a oltre 600 euro, ma che per i funzionari più alti in grado può arrivare anche a 900 euro. È la ricompensa che dovrebbero ricevere i
2.500 dipendenti della Presidenza del Consiglio, in cambio di un allungamento dell'orario di lavoro settimanale: 38 ore, anziché 36 come per gli altri ministeriali. Così ha disposto il governo nella sua direttiva per il rinnovo dei contratti nazionali. Il cambiamento dunque dovrebbe avvenire quando sarà
firmato il nuovo contratto, cosa che dovrebbe avvenire nel giro di qualche settimana.

In realtà, per i lavoratori di Palazzo Chigi e delle altre sedi presidenziali non si tratterebbe di una novità assoluta. Già da qualche anno il 90 per cento del personale ha adottato volontariamente un orario prolungato di 39 ore e quaranta minuti, ottenendo in cambio una consistente indennità. Si potrebbe
dunque dire che il nuovo contratto comporterà una riduzione dell'orario, se non fosse che fra il vecchio e il
nuovo regime si segnala una differenza sostanziale: oggi la settimana di 39 e passa ore è solo un'eventualità, nel senso che il dirigente «può chiedere» all'impiegato di lavorare un po' di più ma può anche non chiederlo; domani invece le 38 ore diventeranno un obbligo da rispettare tutte le settimane. Per il dipendente resta comunque la possibilità di non aderire al nuovo orario, rinunciando all'indennità.

Le risorse con cui si pagano i 600 euro medi sono grosso modo le stesse con cui fino a qualche anno fa venivano pagati gli straordinari. In passato infatti i dipendenti della Presidenza erano gli unici a poter contare su una rilevante voce aggiuntiva in busta paga legata alle ore lavorate in più. Il passaggio dal sistema degli straordinari a quello dell'indennità fissa forfettaria arriva quasi in coincidenza con l'installazione dei tornelli per controllare le presenza. Anche per questo la Cgil (che alla Presidenza è esclusa dalle trattative, non avendo un sufficiente numero di iscritti e di voti) commenta la notizia con
sarcasmo: «Al “personale caro” può essere riconosciuta una sorta di indennità-tornello», commenta il segretario della Fp-Cgil Carlo Podda. «Mi chiedo se non debba essere estesa a tutti gli altri lavoratori». Alle dichiarazioni della Cgil ha replicato il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, ricordando che questa indennità non farà aumentare la retribuzione complessiva media dei dipendenti della Presidenza, visto che utilizzerà risorse già esistenti per altre voci della busta paga.

Va detto che la cifra finale dell'indennità non è ancora stata concordata con precisione. Dovranno discuterne l'Aran (in rappresentanza del governo) e i sindacati. È probabile che al tavolo della trattativa l'Aran provi a utilizzare solo una parte delle risorse disponibili per premiare l'allungamento dell'orario, proponendo di destinare i soldi restanti per incentivare la produttività. Oltre all'indennità il nuovo contratto prevederà il normale aumento di stipendio, con una rivalutazione pari al 3,2% rispetto al salario attuale.

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