mercoledì 13 maggio 2009

Brunetta va dalla Cisl, e pensa già a come cambiare (poco) il decreto

Mentre scriviamo questo post Renato Brunetta sta salendo sulla sua auto blu in direzione di Fiuggi, dove interverrà al congresso della Cisl Funzione pubblica. E' escluso che ci possano essere contestazioni (contrariamente a quanto sembra sia avvenuto al congresso dei medici Cisl: secondo i racconti dei testimoni, quando il ministro Sacconi ha nominato il suo collega di governo sarebbe partita una salva di fischi).
La domanda è: che cosa è disposto a offrire Brunetta alla Cisl per convincerla a rientrare nella schiera degli "amici"? Per adesso sembrerebbe poco. Anche perché la Cisl per adesso sta chiedendo molto. Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal segretario generale Raffaele Bonanni sono impegnative, il decreto legislativo del governo viene bocciato praticamente in toto.
Nel frattempo si sa per certo che il ministro e i suoi tecnici stanno lavorando a una serie di correzioni da apportare al provvedimento. Correzioni richieste da altri ministri, ma anche da singole amministrazioni, o da settori speciali della pubblica amministrazione. Vediamo di che si tratta.

La regola del 25-50-25. E' forse il punto più importante del decreto. Stando al testo portato da Brunetta in Consiglio dei ministri, tutte le amministrazioni d'ora in poi dovranno distribuire il salario accessorio secondo uno schema prefissato: premio intero al 25% dei dipendenti, i bravissimi; premio dimezzato al 50%, i normali; zero premio al 25%, i presunti fannulloni (chiedo scusa per aver usato questa parola, che detesto). E' un modello molto rigido, che molti contestano, a cominciare da quelle amministrazioni che i premi differenziati ce li hanno già: abbiamo il nostro sistema che funziona bene da anni - dicono - perché ci costringete a cambiarlo?
Ieri uno dei tecnici più vicini a Brunetta, l'economista Leonello Tronti, ha annunciato al Forum Pa che nel testo finale la norma sarà resa più flessibile. Sarà infatti prevista la possibilità di deroga: nelle singole amministrazioni si potrà concordare con il sindacato un meccanismo diverso, senza i limiti fissi del 25-50-25.

Non contrattualizzati. Il ministro Maroni si è lamentato con Brunetta, e i sindacati di polizia hanno emesso un comunicato per protestare contro il decreto. Anche loro (come Cgil, Cisl, Uil e Confsal) contestano le norme che riducono pesantemente il potere di intervento dei sindacati. E' del tutto probabile che alla fine verranno accontentati: dal testo finale del decreto potrebbe essere tagliata tutta la parte che riguarda il personale non contrattualizzato, cioè appunto la polizia, i militari, i prefetti, i diplomatici. Loro si salveranno, tutti gli altri dipendenti pubblici no.

Sanità e scuola (e forse Presidenza). Un altro punto controverso è quello che riguarda l'accorpamento dei contratti. La bozza iniziale del decreto parla di due soli grandi contratti, uno per lo Stato centrale e un altro per le amministrazioni decentrate. E' facile immaginare la reazione, per esempio, del mondo della scuola, che si ritroverebbe improvvisamente senza un contratto tutto suo. Oppure della sanità, con infermieri e medici costretti a entrare negli stessi ranghi dei dipendenti comunali. In realtà il vero obiettivo di Brunetta è un po' meno ambizioso: pare che si punti ad arrivare a quattro contratti, cioè Stato, Scuola, Enti locali e Sanità. C'è però un'incognita: la Presidenza del Consiglio. E' un comparto piccolissimo, che in teoria non avrebbe alcuna ragione di sopravvivere, ma che ha (per evidenti motivi) molte possibilità di farsi sentire nelle stanze che contano. Nel testo del decreto potrebbe spuntare qualche frasetta per salvare il contratto della Presidenza, anche se Brunetta di suo sarebbe contrario.

Stipendi dei dirigenti. Secondo il decreto, d'ora in poi nella busta paga del dirigente la quota legata al risultato dovrà valere almeno il 30% dello stipendio totale. Le amministrazioni non sono d'accordo, anche quelle più vicine al governo. Ieri al Forum Pa il direttore del personale della Regione Lombardia Micele Camisasca ha fatto presente che, per come è scritto il testo ora, questo significherebbe ridurre il salario base dei dirigenti. Infatti se resta l'obbligo di lasciare invariata la spesa, per portare l'indennità di risultato al 30%bisognerebbe abbassare l'indennità di posizione (quella che il dirigente riceve a prescindere, e che è proporzionata all'importanza del suo incarico). Alla richiesta ha risposto anche stavolta positivamente Leonello Tronti: siamo d'accordo, questo punto sarà cambiato. Il tetto del 30% resterà, ma diventerà obbligatorio solo alla fine del 2016. Così ci sarà tutto il tempo per adeguarsi, spostando gli aumenti dei prossimi anni più sull'indennità di risultato che sulle altre voci. E poi non si esclude di aprire una breccia alla regola dell'invarianza di spesa. Scommettiamo che anche questa riforma sarà un'occasione per aumentare gli stipendi dei dirigenti?

3 commenti:

Pietro ha detto...

il vero obbiettivo

Secondo me il vero obbiettivo di tutta l'attività del ministro Brunetta è giustificare i tagli, voluti dal ministro Tremonti, nella pubblica amministrazione e in particolare degli stipendi dei pubblici dipendenti. Purtroppo- e dico purtroppo perché anche io sono un dipendente pubblico- in questo anno di governo ho assistito a più di una atto il cui vero fine è stato limitare la spesq per gli stipendi: vedi la campagna contro i falsi malati che in realtà ha tolto parte del salario accessorio a tutti quelli che sono stati in malattia, vera o falsa che fosse; vedi la campagna contro i fannulloni il cui lampante obbiettivo- lo si legge nel recente decreto Brunetta- è di dimezzare la spesa del salario accessorio e non di premiare i meritevoli; infatti se le amministrazioni pagheranno il salario accessorio previsto dai contratti solo ad un quarto del personale e metà salario al restante cinquanta per cento, si ottiene una spesa dimezzata. Inutile cercare altro. Non c'é. Saluti

Anonimo ha detto...

e la cisl ha scritto un volantino in cui dice che il decreto cambia per suo merito!

statali ha detto...

LA LEGGE "NON" E' UGUALE PER TUTTI!!!

La Legge "dovrebbe" essere uguale per tutti, ma spesso, troppo spesso, in questo paese chi ruba una mela finisce dritto, dritto in galera, chi invece ruba milioni e milioni di euro, ammazza, corrompe e delinque nei modi più efferati è libero di spassarsela come meglio crede e qualche volta, se gli riesce davvero bene, diventa pure deputtato, ministro o addirittura presidente del consiglo. E così visto che non è più tempo di "caccia grossa", il governo continua la sua personalissima guerra contro i "fannulloni", i pesci piccoli della Pubblica amministrazione. Adesso gli impiegati dello Stato che si ammalano, naturalmente quelli "semplici" - dacchè il "lodo alfano" ha vaccinato le più alte cariche dello Stato - non solo si vedranno dimezzare uno stipendio che già preso per intero "fa ridere", ma finiranno pure in galera: da uno a cinque anni di reclusione. Non solo, insieme alla sanzione penale, è prevista anche una ammenda che va da 400 a 1.600 euro. La medesima pena si applica al medico che certifica la malattia del "fannullone" e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto a meno che... al momento in cui compie l'efferato crimine non sia impegnato a fare il Presidente della Repubblica, del Consiglio, della Camera o il Parlamentare! Ma mister br trascura il fatto che i medici al momento della diagnosi e della relativa certificazione sono dei "pubblici ufficiali"! Come fa mister br a stabilire che un medico ha dichiarato il falso? Mica brunetta è berlusconi che può negare come e quando vuole le sentenze che lo condannano pubblicamente! Con quale cognizione di causa può mettere in dubbio una diagnosi? Mica brunetta è berlusconi! Allora con questo principio anche le dichiarazioni di qualsiasi altro "pubblico ufficiale" (finanziere, carabinierie, poliziotto, vigile urbano, ecc, ecc) potranno essere confutate. A tal proposito, vale la pena ricordare che nel nostro paese un simile assioma è valido soltanto nei confronti dei Giudici di Milano! Ma vuoi vedere che brunetta si sente davvero un pò... berlusconi!!!