venerdì 22 maggio 2009

Ecco il testo ufficiale del decreto (e la Cisl rifà pace con Brunetta)

Sono passati un po' di giorni dall'ultimo post, e chi ha letto i giornali sa che cosa è successo nel frattempo. Dopo una lunga trattativa con gli altri ministeri (in particolare con il Tesoro di Tremonti), Brunetta è riuscito a chiudere il testo del suo decreto, modificandolo in diversi punti. Le modifiche, che poi esamineremo, sono più o meno quelle che avevamo già annunciato. Inoltre il ministro ha promesso che, prima dell'entrata in vigore del provvedimento, ci sarà un incontro con i sindacati. Sulla base di questo impegno, e dei cambiamenti al testo, la posizione della Cisl si è nuovamente ammorbidita.

Brunetta è tornato a essere "l'amico Renato", i dipendenti pubblici cislini gli hanno riservato una buona accoglienza al loro congresso di categoria (anche se ogni tanto è volato qualche fischio), Bonanni e Faverin hanno smesso di alzare la voce e si dichiarano soddisfatti. Insomma, tutto è tornato come prima, se non fosse per una novità: il contratto nazionale della sanità firmato da tutti i sindacati Cgil compresa. Ne parleremo nel prossimo post.

Ma vediamo adesso che cosa è cambiato nel decreto Brunetta dopo le correzioni apportate.

Il 25-50-25. Il meccanismo che obbliga le amministrazioni a distribuire le risorse degli integrativi in modo molto selettivo è stato smussato. Nelle singole amministrazioni sarà possibile applicare una ripartizione dei fondi meno drastica. Il sistema scritto nel testo finale del decreto è particolarmente complesso, semplificando potremmo riassumere così: si potrà allargare la platea della cosiddetta "fascia alta", cioè quelli che prendono il premio annuale massimo; allo stesso tempo si potrà ridurre la differenza economica fra il premio massimo e il premio per la "fascia media"; infine, sarà possibile attribuire un piccolo premio anche alla "fascia bassa" (i dipendenti giudicati più scarsi), anziché punirli con l'azzeramento totale del salario accessorio.
Tutto questo si potrà fare attraverso un accordo con i sindacati. E' chiaro però che, in mancanza di un'intesa, l'amministrazione è obbligata ad applicare il meccanismo standard previsto dalla legge: un quarto del personale con il 100% del premio, metà del personale con il 50% del premio, un quarto con lo 0%. I sindacati insomma saranno costretti a trattare e a cercare un accordo, altrimenti scatta la tagliola del 25-50-25.

Accorpamenti dei contratti. Come previsto, i dipendenti pubblici non contrattualizzati sono stati esclusi dall'accorpamento dei contratti e dalle altre norme che riguardano i sindacati. Polizia, forze armate, vigili del fuoco, corpo forestale conservano la loro autonomia.

La Presidenza. Il contratto autonomo della Presidenza del Consiglio probabilmente si salverà, non sarà accorpato a quello dei ministeri. Nell'ultimo capitolo del decreto, sotto il titolo "Norme finali e transitorie", c'è una frase molto significativa, anche se di lettura non semplicissima: si parla di "uno o più decreti" in cui si dovranno determinare "limiti e modalità di applicazione delle disposizioni [...] alla Presidenza del Consiglio", e si ricorda la "peculiarità del relativo ordinamento, che discende dagli articoli 92 e 95 della Costituzione". Traducendo in italiano, l'articolo si può interpretare cos^: Palazzo Chigi è un organo costituzionale e quindi deve avere un contratto a parte.

Gli insegnanti. Anche per il personale docente della scuola è prevista un'eccezione: a loro non si applicheranno le nuove regole sulla valutazione e sulla distribuzione dei premi di produttività. Ci vorrà un decreto a parte, e nelle decisioni dovrà essere coinvolta anche la Gelmini, ministro della Pubblica amministrazione.

Riguardo al contratto della Scuola, invece, il decreto per adesso conferma la decisione iniziale: deve essere accorpato a quello dei ministeri, delle agenzie e degli enti previdenziali. Stessa sorte per la Sanità, da unire al contratto degli enti locali. Ma è molto probabile che nella versione definitiva del provvetimento questi due comparti verranno salvati. Probabilmente la decisione sarà presa dopo che si sarà svolto il promesso incontro con i sindacati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sulla pace tra brunetta e la cisl ci sono versioni contrastanti: Bonanni da qualche giorno lo attacca e pare ci siano stati pentimentin sui tanti applausi ricevuti al congresso dei dipendenti pubblici della cisl e raccontato dallo stesso ministro cn orgoglio e compiacimento. Forse anche nella cisl dormivano ed erano convinti di sognare, invece, e' tutto vero quello che sta accadendo in questo paese. vedremo.