venerdì 8 maggio 2009

Uno statale punito perché ha parlato con Santoro

Un dipendente pubblico, dopo una notte passata a soccorrere le vittime del terremoto, parla alle telecamere di "Annozero". E l'amministrazione apre un procedimento disciplinare a suo carico. La storia di Pier Giorgio Cortesi, agente del Corpo forestale, raccontata sul Messaggero.it

1 commento:

STATALI ha detto...

8 MAGGIO: Le dimissioni di mister B.R. Ministro degli Statali.


Egregio Signor Ministro,
Ella che è istruito e preparato, Ella che è Professore universitario, Ella che è scrittore e giornalista, Ella che ha studiato così tanto da lambire il Nobel, Ella che nel Suo personalissimo esercizio di autorefernzialità sarebbe addirittura in odore di Santità, Ella che è Ministro della Repubblica e ancormen televisivo, Ella che oggi sta profondendo tutte le sue migliori energie per risolvere i mali che affliggono la Pubblica Amministrazione, Signor Ministro, vuole Ella spiegare ai lavoratori dello Stato, - senza star lì a scomodare gli stipendi di Voi onorevoli e senatori, che sempre dipendenti pubblici siete, senza andare a vedere il prezzo di pane&pasta, insomma, il costo della vita - perché un idraulico per riparare un rubinetto prima prendeva 30mila lire e adesso vuole 60euro, preferibilmente senza ricevuta? E allora, Egregio Signor Ministro, perché un impiegato statale “ante-€uro” guadagnava UN MILIONE e OTTOCENTOmila lire e “post-£ira” percepisce uno stipendio, a mala pena, di 900euro? Veda, Signor Ministro, Ella qualche tempo fa parlava di efficacia ed efficienza della P.A., prometteva ai cittadini che le pubbliche amministrazioni avrebbero reso servizi performanti ai livelli della Ferrari, ma non è gridando al "fannullone", non è con le "faccine colorate", non è con un "call center", non è sottraendo dignità e rispetto al lavoro degli Statali o riciclando vecchie norme già in essere nel pubblico impiego e spacciandole per nuove che si risolvono i problemi di un paese burocratizzato sino al midollo! Veda, Signor Ministro, non si fanno le nozze con i fichi secchi! Eppure Ella ed il suo governo, siete ancora lì! Avete "dimezzato" le buste paga di chi campa di stipendio fisso e di pensione e siete ancora incollati alle Vostre poltrone! Ma perché Ella ha sottoscritto un contratto così poco dignitoso per gli Statali? E perché non ha poi dato alcun seguito al taglio dei distacchi e dei permessi sindacali? Ma Ella, Egregio Signor Ministro, crede davvero che la macchina dello Stato con i “Suoi provvedimenti(!?)” potrà assicurare al Paese le stesse prestazioni della Ferrari? Perché invece di “Linea Amica” e delle "Faccine" non ha istituito un servizio telematico per trasmettere on-line all’Agenzia delle Entrate le dichiarazione dei redditi senza dover passare per Caf e commercialisti? Perché nella "Sua P.A." perdura “la disparità di trattamento economico” tra chi lavora al Senato o alla Camera dei deputati percependo il quadruplo dello stipendio di chi svolge stesse mansioni al Ministero dell’Istruzione? Perché in uno "stesso dicastero" taluni impiegati percepiscono parecchie centinaia di euro in più rispetto a tutti gli altri cooleghi solo perchè “stanno” al Gabinetto del ministro o dal sottosegretario di turno? Oggi, Egregio Signor Ministro, i dipendenti pubblici - o come ad Ella meglio aggrada i “fannulloni” - non si vergognano affatto del loro lavoro, ma di chi come Ella "il capo degli statali", di chi come Ella "un dipendente pubblico di lusso" sputa nel piatto in cui mangia! Oggi, Egregio Signor Ministro, "Le Sue Dimissioni" sono un sacrosanto diritto non solo per i lavoratori dello Stato, ma soprattutto per i cittadini-utenti e per la nazione tutta che dalla “Sua Cura” non ha tratto alcun vantaggio pratico (forse ci sono tempi d’attesa diversi per un elettrocardiogramma, per una sentenza o per un rimborso, rispetto a prima del suo dicastero?). Oggi, Egregio Signor Ministro, "Le Sue Dimissioni" sarebbero un attestato di stima nei Suoi stessi confronti. Il mondo intero si riapproprierebbe di preziose, quanto rare, risorse intellettuali. L'Italia, liberando Ella dalle sudate carte, avrebbe più chance per aggiudicarsi un Nobel. Oggi, Egregio Signor Ministro, "Le Sue Dimissioni" sono un Suo inviolabile diritto che nessuno oserebbe osteggiare in alcun modo. Egregio Signor Ministro, come da Ella annunciato, si dimetta OGGI STESSO, se non per il Suo bene e per il nostro sollievo, almeno per il buon nome della “Ferrari” che da quando è stata oggetto delle Sue attenzioni non né azzecca più una!