sabato 19 aprile 2008

I permessi per gli elettori e per gli scrutatori

In Italia si vota praticamente tutti gli anni, anche due o tre volte all'anno, quindi le regole sui permessi elettorali dovrebbero essere ben note ai dipendenti pubblici. Invece molti mi chiedono informazioni e chiarimenti, e ho scoperto che a volte anche i sindacalisti non conoscono bene il meccanismo.

Visto che fra una settimana si vota di nuovo (i ballottaggi delle amministrative), provo a sintetizzare le norme previste da leggi e contratti.

- SCRUTATORI: SOLDI O GIORNI DI RIPOSO?
La legge 53 del 1990 stabilisce il seguente principio: i giorni di lavoro persi per partecipare a un seggio elettorale vanno rimborsati, i giorni non lavorativi invece devono essere recuperati con riposi compensativi. Più chiaramente, scrutatori e rappresentanti di lista hanno diritto a: un giorno di riposo compensativo per il sabato, un altro per la domenica, un giorno di retribuzione e un buono pasto per il lunedì. Se lo scrutinio si protrae oltre la mezzanotte del lunedì, allora i giorni di retribuzione diventano due.

- COSA BISOGNA FARE
I dipendenti pubblici chiamati a fare gli scrutatori devono presentare alla loro amministrazione il certificato di designazione emesso dall'ufficio elettorale del Comune. I rappresentanti di lista invece devono esibire il documento di nomina da parte del loro partito. Gli uni e gli altri, una volta tornati al lavoro, devono consegnare una copia dello stesso certificato con la firma e il timbro del presidente di seggio; nel foglio devono essere indicati anche i giorni di presenza al seggio e gli orari di inizio e fine delle operazioni elettorali.

- DIPENDENTI CHE VOTANO IN UN ALTRO COMUNE
Chi risiede (e quindi vota) in un comune diverso da quello in cui lavora, può chiedere uno o più giorni di permesso non retribuito. Esiste però un modo per non perdere la giornata di stipendio: usufruire dei permessi retribuiti previsti dai contratti per motivi familiari o personali (se ne possono avere 3 all'anno). Chi viaggia in treno o in nave può chiedere uno sconto: basta esibire la tessera elettorale, che al ritorno ovviamente deve presentare il timbro del seggio. Per il viaggio di andata in realtà si può anche fare a meno della tessera elettorale, è sufficiente un'autocertificazione. Chi vuole saperne di più può consultare la circolare del ministero dell'Interno.

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