L'articolo 72 del decreto di Tremonti si intitola: "Personale dipendente prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo". E' una misura che si rivolge ai dipendenti dei ministeri, delle agenzie, della Presidenza del Consiglio, dell'università, degli enti di ricerca, degli enti previdenziali e degli altri enti pubblici non economici, che abbiano maturato almeno 35 anni di contributi. A questi dipendenti il governo avanza un'offerta: non aspettate di arrivare a 40 anni, lasciate il lavoro subito; continuerete a ricevere metà stipendio, e quando avrete raggiunto i limiti per la pensione massima avrete diritto al trattamento intero, come se non aveste mai smesso di lavorare.
Nella relazione tecnica della legge, è scritto che i dipendenti potenzialmente interessati a questa proposta sono 10 mila. E il Tesoro prevede che uno su cinque la accetterà. Quindi 2 mila persone.
Difficile dire se il pronostico si avvererà. Una cosa è sicura: quelli che accetteranno il pensionamento saranno nella grande maggioranza dei casi i doppiolavoristi. Difficile immaginare che qualcuno possa accontentarsi di metà stipendio se non può fare affidamento su un'altra entrata. Nei giorni scorsi un sindacalista ha definito l'articolo 72 "una sanatoria sul doppio lavoro", e in fondo non ha tutti i torti.
Ovviamente, il Tesoro ha pensato la misura nella speranza di ricavare qualche risparmio. Dimezzare lo stipendio per 2 mila dipendenti vicini alla pensione (quindi con un salario medio abbastanza alto) significherebbe risparmiare all'incirca una quarantina di milioni l'anno.
Con questa norma però il governo ha fatto felici più di tutti i dipendenti che appartengono a una particolare categoria. Sono quelli che, oltre ad aver raggiunto i 35 anni di contributi, prendono già oggi una busta paga dimezzata avendo scelto di passare al part-time. A loro la norma del decreto Tremonti offre una straordinaria opportunità: potranno chiedere di tornare al lavoro a tempo pieno, e subito dopo chiedere l'esonero ai sensi dell'articolo 72. Così continueranno ad essere pagati come prima, ma senza dover più lavorare neppure un giorno a settimana. Lo Stato rinuncerà definitivamente ai loro servizi, ma su di loro non risparmierà neppure un euro.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento