giovedì 12 giugno 2008

Timbrare il cartellino e andarsene dall'ufficio: il reato c'è già

Sui giornali in edicola oggi, si trovano nuovi dettagli sull'imminente riforma del ministro Brunetta. Una delle novità più eclatanti sarebbe l'applicazione del reato di truffa aggravata per quei dipendenti pubblici che timbrano il cartellino (o strisciano il badge) e se ne vanno, oppure per quelli che presentano falsi certificati medici.

Ma la novità è molto meno nuova di quanto sembri. Per capirlo basta leggere gli stessi giornali di oggi. Dove si racconta che ad Acerra un dipendente comunale è già sotto processo per il reato di truffa, avendo svolto un secondo lavoro (da barista) negli orari d'ufficio. E il processo non è cominciato oggi, ma parecchio tempo fa, c'è già stata una condanna in primo e in secondo grado, e ieri la Cassazione ha confermato l'esistenza della truffa (mentre ha escluso il falso in atto pubblico).
E il caso di Acerra non è sicuramente il primo, visto che qualche mese fa in una asl di Perugia dodici presunti assenteisti sono stati arrestati con l'accusa, appunto, di truffa aggravata e falso in atto pubblico.

Ma allora, il reato di truffa viene già applicato nelle aule dei tribunali, perché si fa una nuova legge? Probabilmente perché si vuole affermare in modo inequivocabile la perseguibilità penale dei comportamenti assenteistici, togliendo ogni spazio a possibili diverse interpretazioni da parte della magistatura. Questa almeno è la spiegazione benevola. Si potrebbe anche proporre una spiegazione più maliziosa. Ne parleremo domani in un nuovo post.


P. S. Purtroppo questa volta nel tranello disinformativo ci sono cascato pure io: sul Messaggero di oggi ho annunciato come una novità il reato di truffa per gli strisciatori di badge disonesti. E sulla falsa notizia ovviamente la redazione ha costruito il titolo in prima pagina. In fondo anche questa è una piccola truffa aggravata, anche se non perseguibile penalmente. Siccome non mi è concesso di chiedere scusa sul giornale, lo faccio qui.

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