martedì 15 luglio 2008

Una moratoria sul termine "fannulloni"

"Da oggi non dirò mai più 'fannulloni'". Lo ha promesso il ministro Renato Brunetta, e noi plaudiamo all'iniziativa.

La parola "fannulloni" come sinonimo di dipendenti pubblici poco efficienti è entrata nell'uso comune per responsabilità del professor Pietro Ichino. In seguito il professore ha precisato che in realtà il termine giusto era "nullafacenti", lanciandosi in una sottilissima disquisizione semantica per spiegare la differenza fra i due aggettivi. Con i suoi articoli sui fannulloni Ichino si è guadagnato una grande popolarità mediatica, che gli ha fruttato fra l'altro un posto in Parlamento.
Anche Brunetta ha conquistato tanti punti nei sondaggi sulla fiducia degli elettori facendo ampio ricorso a questo termine.

Sono di quelle parole che godono di grande fortuna presso l'opinione pubblica, perché consentono a tutti di dare la colpa agli altri per le cose che non vanno. Credo che anche molti dipendenti pubblici siano pronti a dare addosso al fannullone, a condizione che l'epiteto sia riferito ai loro colleghi ma non a loro stessi.

Il primo post di PUBBLICO DOMINIO si intitolava "Fannulloni a parte". Ci riproponevamo di uscire dal luogo comune e di bandire concetti così sgradevoli dal nostro repertorio di idee. Nonostante ciò, la parola "fannulloni" ricorre per ben 110 volte nell'archivio di questo sito. Siamo stati costretti a usarla dagli eventi e dal dibattito pubblico. Ci riproponiamo di non farlo più in futuro.

1 commento:

Pietro Piovani ha detto...

La signora Maria, che già aveva scritto un commento a un post del 29 marzo scorso, ora ha inviato un'altra lettera che pubblico molto volentieri.

Debbo ammettere che, con grossa autoironia e tanto masochismo, abitualmente, e proprio per essere coerente con l’immaginario collettivo, invece di produrre alle otto del mattino, mi collego al suo blog e mi aggiorno sulle ultime iniziative prese nei nostri confronti.

Sono una ministeriale ormai Sviluppo Economico, ex Comunicazioni, ex Poste e Telecomunicazioni, sopravvissuta a fusioni scissioni epurazioni ma ancora in grado di dare un utile contributo senza sentirsi affatto una nullafacente.
Se tornassimo indietro negli anni paragonerei tutto questo ad una caccia alle streghe dove alla fine perirono solo i più deboli e i più indifesi.
Spiego. Quando si è pensato a redigere quel capolavoro di decreto che all’articolo 71 colpisce ferocemente, decurtando il loro portafoglio, chi è malato e chi si presume utilizzi la malattia per altri fini. Allora perché non cercare di capire, anche con ausilio di supporti medici, chi veramente ha problemi di salute reale, chi ha un handicappato in famiglia da curare ed altre problematiche reali per chi le vive giornalmente.
Nel nostro paese i veri fannulloni troveranno il modo di continuare a fare il loro comodo come gli evasori fiscali continueranno a non pagare le tasse.
Ma noi persone oneste continueremo ad abbassare la testa e a subire la violenza di pochi che continuano a decidere per noi.
Comunque le avevo scritto per plaudire la sua iniziativa di smettere di chiamare noi fannulloni perché questa orgia mediatica che si è abbattuta su di noi come uno tsunami ormai ha portato via tutto, dalla nostra dignità di lavoratori ai soldi che - forse lei non ci crederà - ci servivano per andare avanti.

Mi scuso per la mia lettera prolissa.

Maria.