Se uno statale fa un giorno di malattia ci rimette dei soldi. Spesso si fa dell'ironia sui dipendenti pubblici assenteisti, e qualche volta anche a ragione. Ma resta il fatto che il lavoro pubblico è forse l'unico settore in cui esiste una penalizzazione di questo genere.
Cgil, Cisl e Uil la considerano una anomalia da eliminare. Lo chiedono da tempo, in particolare per le agenzie fiscali, cioè il comparto dove la trattenuta per malattia è più alta: può arrivare a qualche decina di euro per ogni giorno di lavoro perso.
I sindacati volevano che la penalità fosse abolita subito, con il rinnovo contrattuale in via di definizione. Ma questa come le altre rivendicazioni sono ormai slittate al prossimo contratto, per i motivi che abbiamo già spiegato in un precedente post.
Sta di fatto che la pratica è soltanto rinviata, e se la ritroverà sul tavolo il prossimo ministro della Funzione pubblica, che sia Pietro Ichino o Renato Brunetta. Al di là delle aspettative nutrite dai dipendenti, in effetti ci sono diversi elementi per ritenere che la penalità non abbia sortito grandi risultati.
I dati della Ragioneria mostrano che i due comparti dove si fanno più assenze per malattia sono agenzie fiscali e ministeri. In entrambi è prevista la trattenuta. Invece in altri comparti dove la trattenuta non c'è si ha una percentuale di assenze pro capite inferiore.
Sembra un paradosso, ma una spiegazione forse c'è. Secondo il contratto, il danno in busta paga si subisce soltanto se l'assenza dura meno di quindici giorni. Arrivato al quindicesimo giorno consecutivo, non si applica più la penalità neanche per un giorno. In questo modo la penalità diventa, invece che un deterrente, un incentivo a prolungare la malattia almeno fino alla terza settimana.
Ecco perché può avere un senso rimettere in discussione la tassa sul certificato medico. Fermo restando che l'assenteismo nel pubblico impiego, per quanto sopravvalutato dai media, è comunque un problema che in qualche modo, prima o poi, andrà affrontato. L'importante è farlo con strumenti che funzionino davvero.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento