A proposito della sanatoria dei precari, l'altro giorno ho scritto un articolo sul Messaggero. In una parentesi, ho accennato al fatto che il diritto all'assunzione non riguarda i docenti universitari e neppure i medici, perché la sanatoria è riservata al personale non dirigente.
I medici precari che hanno letto l'articolo si sono allarmati, e soprattutto disorientati: come sarebbe a dire che l'assunzione non ci spetta? E se davvero non ci spetta, come mai in sei regioni la "stabilizzazione" della dirigenza medica è già partita?
Domanda più che legittima. E' vero che la Finanziaria del 2007 ha aperto una porta alla regolarizzazione dei medici con contratto determinato. Ma lo ha fatto stabilendo che le asl possono assumere un precario, non devono. Semplificando, si può dire che per gli altri dipendenti pubblici precari l'assunzione è - a determinate condizioni - obbligatoria, mentre per i medici è facoltativa.
Di sicuro, negli ospedali italiani si trovano migliaia e migliaia di dottori che da cinque, dieci anni lavorano, visitano, prescrivono cure, affrontano le emergenze, vanno in sala operatoria eppure non hanno un contratto fisso. E' una grande ingiustizia, e una garanzia in meno per i pazienti.
Ma è altrettanto vero che i pazienti vorrebbero avere la certezza di essere curati da un medico che ha sostenuto e superato un regolare concorso pubblico.
Ecco perché il meccanismo della "stabilizzazione" può essere rischioso in campo sanitario. Le norme previste dalle ultime due Finanziarie offrono alle amministrazioni la possibilità di reclutare personale seguendo procedure molto semplificate. E sappiamo come funzionano queste cose in certe asl italiane.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Bè caro Pietro,
sappiamo anche come si svologono in Italia i nostri (parlo da medico precario) concorsi pubblici..molto pubblici ma poco regolari..e i recenti fatti di cronaca lo dimostrano (specie nlle mia regione Puglia..)
Posta un commento