giovedì 14 febbraio 2008

Contratto enti locali, forse ci siamo

E' una vecchia regola del sindacalismo: quando non parla più nessuno, è segno che la trattativa si sta per chiudere.
Da un po' di giorni sulla questione dei rinnovi contrattuali non vola più una mosca: niente dichiarazioni dei sindacalisti, niente comunicati, niente minacce e niente "tavoli" da convocare. Sicuramente sta succedendo qualcosa.

Pare che il contratto degli enti locali sia una questione di giorni se non di ore. E pare che l'aumento concordato possa essere abbastanza alto: in proporzione, un po' più alto di quello strappato dagli statali.

A conferma del fatto che tira una buona aria, oggi le Rdb-Cub hanno sciolto il loro presidio davanti alla sede dell'Anci (l'associazione dei comuni). In questi minuti la loro delegazione sta incontrando Lucio D'Ubaldo, l'assessore del Comune di Roma che rappresenta le amministrazioni locali all'Aran (per la precisione, presiede il "comitato di settore").

Qualche buona notizia sul contratto potrebbe arrivare già domani.

2 commenti:

rdb ha detto...

Egregio Pietro Piovani,

Le scrivo per confermarle che l’iniziativa di protesta nei confronti delle vignette pubblicate sul sito della Funzione Pubblica è partita dalla RdB-CUB. La nostra dalla organizzazione sindacale - di base e non autonoma – ampiamente radicata nel settore del Pubblico Impiego, raccogliendo il diffuso disagio dei dipendenti rispetto ad una campagna denigratoria in atto da tempo e, come testimoniano le vignette in questione, giunta ormai ai toni dell’insulto, ha invitato i lavoratori pubblici ad esprimere la propria protesta al Presidente della Repubblica, appellandosi alla sua figura in quanto (e cito dal testo della lettera a Napolitano) “garante dei diritti costituzionali, per chiedere un Suo autorevole intervento affinché sia interrotto un uso privato e disgustoso di quella che dovrebbe essere la vetrina informativa di un ministero che ha un ruolo importante nel Paese”.

La RdB P.I. ha inoltre richiesto al Presidente: “un incontro per rappresentarLe la rabbia di quanti onestamente e con impegno contribuiscono a far funzionare la macchina dello Stato ed a fornire servizi ai cittadini, con l’orgoglio di lavorare nella Pubblica Amministrazione”.

Le comunico inoltre che l’iniziativa è ancora in corso, con altre centinaia di lavoratori che in questi giorni stanno inviando lettere al Quirinale. Dal suo avvio è stata resa nota agli organi di stampa da parte degli stessi lavoratori che vi hanno aderito, fra i quali, presumibilmente, sono annoverati anche lettori de Il Messaggero. Per quanto riguarda gli iscritti alla RdB, è probabile che molti di loro, riscontrando la non frequentissima attenzione riservata da questo quotidiano alle tante mobilitazioni messe in campo dal sindacato di base (ultimo esempio, il silenzio sullo sciopero da noi indetto nel Parastato lo scorso 20 luglio, che ha portato alla chiusura di intere sedi INPS e INPDAP in diverse città d’Italia), abbiano forse concluso che analogo rilievo sarebbe stato dedicato da Il Messaggero anche alla iniziativa in questione.

Cordialmente

Luigi Romagnoli
Coordinamento nazionale RdB-CUB P.I.

rdb ha detto...

Egregio Pietro Piovani,

Le scrivo per confermarle che l’iniziativa di protesta nei confronti delle vignette pubblicate sul sito della Funzione Pubblica è partita dalla RdB-CUB. La nostra dalla organizzazione sindacale - di base e non autonoma – ampiamente radicata nel settore del Pubblico Impiego, raccogliendo il diffuso disagio dei dipendenti rispetto ad una campagna denigratoria in atto da tempo e, come testimoniano le vignette in questione, giunta ormai ai toni dell’insulto, ha invitato i lavoratori pubblici ad esprimere la propria protesta al Presidente della Repubblica, appellandosi alla sua figura in quanto (e cito dal testo della lettera a Napolitano) “garante dei diritti costituzionali, per chiedere un Suo autorevole intervento affinché sia interrotto un uso privato e disgustoso di quella che dovrebbe essere la vetrina informativa di un ministero che ha un ruolo importante nel Paese”.

La RdB P.I. ha inoltre richiesto al Presidente: “un incontro per rappresentarLe la rabbia di quanti onestamente e con impegno contribuiscono a far funzionare la macchina dello Stato ed a fornire servizi ai cittadini, con l’orgoglio di lavorare nella Pubblica Amministrazione”.

Le comunico inoltre che l’iniziativa è ancora in corso, con altre centinaia di lavoratori che in questi giorni stanno inviando lettere al Quirinale. Dal suo avvio è stata resa nota agli organi di stampa da parte degli stessi lavoratori che vi hanno aderito, fra i quali, presumibilmente, sono annoverati anche lettori de Il Messaggero. Per quanto riguarda gli iscritti alla RdB, è probabile che molti di loro, riscontrando la non frequentissima attenzione riservata da questo quotidiano alle tante mobilitazioni messe in campo dal sindacato di base (ultimo esempio, il silenzio sullo sciopero da noi indetto nel Parastato lo scorso 20 luglio, che ha portato alla chiusura di intere sedi INPS e INPDAP in diverse città d’Italia), abbiano forse concluso che analogo rilievo sarebbe stato dedicato da Il Messaggero anche alla iniziativa in questione.

Cordialmente

Luigi Romagnoli
Coordinamento nazionale RdB-CUB P.I.