"... la pratica se la ritroverà sul tavolo il prossimo ministro della Funzione pubblica, che sia Pietro Ichino o Renato Brunetta"avevamo scritto in un post del 22 febbraio scorso. In quel momento sembrava una battuta, invece è andata proprio così.
Ichino c'è andato vicino a occupare la poltrona di ministro, se è vero come si dice che Berlusconi gliel'ha offerta e lui l'ha rifiutata. Brunetta è diventato ministro per davvero, e proprio al posto giusto: funzione pubblica e innovazione tecnologica.
Brunetta è un professore molto competente in materia di politiche del lavoro. E' veneto, è di Forza Italia, è un economista di stampo fortemente liberista, le sue opinioni sul pubblico impiego le ha espresse chiaramente negli anni passati e le ha ribadite senza ambiguità durante la recente campagna elettorale. Su questo blog le abbiamo riferite in due precedenti post.
In estrema sintesi: secondo Brunetta negli ultimi undici anni i dipendenti pubblici hanno avuto aumenti troppo generosi, e nei prossimi cinque sarebbe il caso di bloccare gli stipendi.
Fino a oggi abbiamo sempre visto i ministri della Funzione pubblica assumere il ruolo di avvocati degli statali all'interno del governo, mentre i ministri dell'Economia di solito cercano di limitare il più possibile la spesa per il personale. E questa volta che succederà? Vedremo il professor Brunetta battere i pugni sul tavolo del suo collega Tremonti perché conceda più soldi ai dipendenti pubblici?
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